Negli anni post 68 divenne ancora più fondamentale il suo amore per la natura. Lui, il fratello Ernesto ed il poeta altoatesino Gian Pietro Fazon fecero tre opere distinte sulla non azione. Concetto di provenienza orientale (Tao te ching) per cui il movimento dell'universo non è determinato dall'uomo, considerato da lui, al contrario, distruttivo per la Terra. Questi volumi avevano interessato un editore di Milano, ma decisero di non farli pubblicare per non essere in contraddizione con la negazione del sistema di queste opere. Le misero, quindi, in una cassetta metallica, perfettamente sigillata, che seppellirono sulle montagne dell'Alto Adige al confine con l'Austria.